Nelle scorse settimane, introducendo la nostra iniziativa “Il caffè della ricerca”, un momento in cui tutti noi ci fermiamo per una pausa di studio, di confronto e discussione all'interno del percorso di dottorato che ReD OPEN ha attivato con l'Università degli Studi di Milano Bicocca sul tema del governo dell'Intelligenza Artificiale, abbiamo approfondito il tema delle informative privacy.
Il concetto di informativa privacy nasce dal presupposto che per accedere a prodotti e servizi le persone dovrebbero essere consapevoli di quali dati personali a loro riferiti vengono collezionati, per quali finalità, se e come vengono conservati e condivisi.
Il più delle volte ci troviamo davanti a piattaforme che pubblicano un'informativa sufficiente per essere in regola, un puro formalismo, ma quasi impossibile da comprendere.
Da tempo si cerca di invertire il paradigma associato alle informative e trasformarle da mero strumento di conformità ad opportunità per interessati e titolari di avere degli "scambi" di dati con consapevolezza e trasparenza.
Per fare ciò, è necessario che già in fase di progettazione siano introdotti accorgimenti comunicativi che rendano comprensibile ciò a cui stiamo dando il consenso.
Grazie all’utilizzo di elementi presi in prestito dal legal design, che si propone come navigatore nei cambiamenti direzionali di quel diritto che vuole avvicinarsi alle persone dei miglioramenti sono già possibili.
L’intramontabile sfida di questi documenti resta quella di tenere in considerazione le esigenze delle persone e bilanciarle con gli interessi delle organizzazioni.
Scegliere strumenti più adatti permette di instaurare con gli utenti un dialogo di fiducia, in cambio di consapevolezza e trasparenza, un bilanciamento di interessi da attuare con semplicità.
Pensiamoci.