Quello dei dati è un concetto fondamentale nell’ambito della digital transformation. Cosa succede quando i dati in questione sono quelli sanitari? Il tema è sicuramente complesso e va affrontato con serietà e competenza.  Più di uno gli attori coinvolti: le strutture sanitarie, i medici, le tech companies e le istituzioni. Proprio perché si tratta di dati preziosi, sensibili e personali, va fatto il possibile per assicurare la privacy e scongiurare possibili attacchi informatici.

La progressione e affermazione della digitalizzazione sanitaria va di pari passo alla diffusione di dispositivi ad alta usabilità in grado di monitorare la salute dell’individuo e di assisterlo digitalmente. In tempi recenti il costo relativamente basso di questi dispositivi, i cosiddetti wearable, ha messo le persone nella condizione di utilizzare strumenti in grado di veicolare informazioni sul proprio stato di salute. Insomma, la dimensione dell’Internet Of Medical Things (IoMT) è diventata una realtà e non più un qualcosa di cui si discute soltanto negli ambienti di ricerca e accademici.

I wearable facilitano la richiesta di assistenza medica e permettono alla persona di avere accesso a una serie di dati facilmente interpretabili che consentono di analizzare dei parametri quali il battito cardiaco, la qualità del sonno e la temperatura corporea. Come dimostra uno studio condotto da Accenture, l’utilizzo di wearable era arrivato a un punto di stallo nel 2018 per poi tornare a risalire con l’arrivo del Covid. Anche se quello che accadrà in futuro non può essere previsto, è innegabile che l’approccio nei confronti della salute sia cambiato proprio durante la pandemia.

Non sono solo i wearable a essere protagonisti della commercializzazione di dispositivi connessi in grado di cambiare gli aspetti legati alla salute nella vita degli individui. Con la diffusione della domotica e l’introduzione del comando vocale in ogni smartphone, alcune cose prima impensabili sono diventate possibili. I soggetti con mobilità ridotta possono per esempio gestire l’illuminazione della propria casa e gli elettrodomestici usando semplicemente la propria voce. Sistemi integrati di notifiche e allarmi possono inoltre venire in aiuto a quei soggetti che hanno difficoltà uditive e dispongono di un impianto cocleare.

Tra le altre innovazioni tecnologiche in campo medico legate alla sensoristica e all’IoMT rientrano anche quegli apparati utilizzati da chi soffre di una condizione specifica e ha bisogno di tenere costantemente sotto osservazione parametri come: il livello di insulina, la pressione sanguigna, l’ossigeno nel sangue e molto altro ancora. I sensori sono di facile utilizzo e consentono di avere sempre sotto controllo questi parametri.

L’IoMT permette di avere una serie di dati sanitari integrati. Ne conseguono alcuni vantaggi che dipendono dalla semplicità con cui questi dati possono essere ottenuti e consultati nel rispetto della privacy dell’individuo. L’IoMT consente di:

· ampliare le possibilità della ricerca

· rendere più efficiente il servizio sanitario grazie alla possibilità di avere a disposizione una serie di dati facilmente consultabili (favorendo la telemedicina)

· monitorare costantemente lo stato di salute, riducendo i costi necessari per farlo

· integrare un sistema di assistenza digitale che si attiva quando i parametri raggiungono un determinato livello, garantendo un maggior standard di sicurezza

Quali gli scenari futuri con l’IoMT? È verosimile immaginare che la crescente disponibilità di dispositivi in grado di trasmettere automaticamente i dati dei pazienti agli ospedali consentiranno di evitare inutili spostamenti. Si ragiona già sulla possibilità di realizzare stanze intelligenti che monitorano eventuali cadute o bisogni di persone anziane o in difficoltà. Semplici app installate su smartphone che potranno misurare e inviare specifici  parametri al proprio medico curante. Sembrano scenari avveniristici ma la tecnologia attuale è già oggi nella condizione di trasformare tutto questo in realtà, facendo risparmiare denaro alla sanità pubblica e ottimizzando il lavoro dei medici. L’IoMT è alle porte e lo testimonia il progresso costante degli investimenti in ricerca e sviluppo nell’ambito di smart device medici.

Questo scenario lo si deve vedere associato allo sviluppo della telemedicina, un servizio che dovrà essere considerato in rapporto alla definizione di una nuova organizzazione dell’assistenza medica sul territorio con particolare riferimento alle modalità in cui viene effettuata l’assistenza domiciliare. Tema che è diventato centrale in seguito all’emergenza Covid. Verso la fine del 2020 il Ministero della Salute in coincidenza con la Conferenza Stato-Regione è intervenuto nel merito di linee guida per visite, consulti, referti e teleassistenza. La telemedicina diventa quindi parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale, ponendo così fine a una serie di consuetudini “fai da te” e di sperimentazioni. La ratifica, che passa dunque ora alla fase attuativa di competenza delle Regioni, segna una decisione storica, che potrà ora includere la telemedicina tra i livelli essenziali di assistenza. Una prospettiva che mette ancora una volta in risalto come la trasformazione digitale, qualunque sia l’ambito in cui venga applicata, sia comunque e sempre legata alla data protection e alla tutela della privacy delle persone.