Ecco la proposta avanzata da Università di Urbino e Digit s.r.l. per contenere il contagio da COVID-19: diAry – Digital Arianna, un’applicazione sviluppata e distribuita con codice aperto che fa leva sulla responsabilità dell’utente, rispettando il suo diritto alla privacy e facendo attenzione alla sicurezza.

Le app di tracciamento, o contact tracing, interverranno a supporto delle autorità per monitorare la diffusione dei contagi nella “fase due”. L’Università di Urbino e Digit s.r.l. ne hanno realizzata una, diAry – Digital Arianna, che punta su responsabilità individuale, senso di comunità, privacy e codice open source.

L’applicazione, attualmente disponibile in versione beta, rispetta le linee guida dell’European Data Protection Board (EDPB) e del Garante Privacy, garantendo elevati livelli di sicurezza e protezione dei dati.

diAry funziona infatti senza alcuna registrazione o richiesta di dati personali, campionando gli spostamenti dell’utente con una frequenza che dipende dalla velocità con cui si muove, così da risparmiare risorse e memoria.

Tutti i dati sono raccolti utilizzando solo componenti di fabbrica presenti sui dispositivi (modulo gps, giroscopio, magnetometri, accelerometri) e vengono salvati in locale. I dati non sono oggetto di alcun trattamento o cessione, se non su decisione dell’utente stesso, che potrà esportarli (in formato CSV o JSON) per elaborarli o conservarli altrove.

L’utente potrà anche decidere di conferire, volontariamente e in forma anonima, ad un open dataset, statistiche di utilizzo dell’app e di spostamento raccolti dal suo smartphone (tra cui, data a cui si riferiscono le statistiche, totale dei minuti attivi di tracciamento, numero di attività di spostamento, etc.), e contribuire ad attività con finalità statistiche e di ricerca.

Per tenere traccia dei luoghi visitati, l’app mostra una mappa, fornita da Google, su cui è possibile annotare, in qualsiasi momento, eventi o situazioni rilevanti. Tali annotazioni, così come i marker dei propri spostamenti, sono in overlay rispetto alla mappa, e non sono visibili o accessibili a Google.

Infine, l’applicazione è interamente open source.

Per chi volesse saperne di pù, periodicamente si tengono i “diAry open meeting”, incontri aperti a tutti per condividere i principi alla base dello sviluppo dell’app, discutere di suoi possibili miglioramenti e chiarire eventuali dubbi sul suo funzionamento. Sono disponibili anche le soluzioni prospettate dal team di sviluppo di diAry per rispondere ai requisiti richiesti dalla “Commissione Trasporti” sulle tecnologie per contrastare il Coronavirus.

Quello di diAry è, probabilmente, il miglior processo per monitorare il contagio sfruttando strumenti innovativi, nella piena consapevolezza degli utenti.

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